12.6.15

Eden

Canzoni che non vorresti più ascoltare, per evitare che risveglino in te emozioni che non hai nessuna intenzione di provare ancora. Canzoni che brami con voracità famelica, nel tentativo di riportare a te sensazioni e persone che non vorresti mai perdere. Non è mai un caso che ti vengano in mente, all'improvviso, il nome di una band o il titolo di una canzone che nemmeno ricordavi di conoscere. Ormai lo sai bene.

Il demone che ti porti appresso come uno shinigami di fumettistica memoria è difficile da tenere a bada e mangia a sbafo energia che ti costa poi altrettanta energia ripristinare. Un esercizio di stile equilibristico non indifferente. E' che detesti vedere gli oggetti deteriorarsi e le piante ammalarsi. Risvegliano in te un antico sentimento di onnipotenza al contrario. Qualsiasi fremito di foglia, qualsiasi rinsecchimento o avvizzimento è colpa tua. "Se avessi fatto...", "Se non avessi fatto...", "Forse se... allora non...", in un infinito loop di pensieri che tramutano l'Eros in Thanatos, e non puoi farci (ancora) niente.

Davvero quella bambina è ancora così potente? Possibile che ferite invisibili e apparentemente dimenticate brucino ancora così tanto, in profondità, annidate come infinitesimali minuscoli organismi unicellulari nei tuoi circuiti neuronali di adulta? Ti convinci che, trovando la chiave di quel codice a te indecifrabile, sia possibile risalire all'antico innesco che ha prodotto la reazione che ancora adesso si manifesta in presenza di fattori che il sistema interpreta come "scatenanti". 

Un giardino che potrebbe essere l'Eden si trasforma di colpo nel labirinto di Arianna, ma il filo anziché essere rosso si mimetizza, assumendo le fattezze delle radici dell'edera che dimorano e si avviluppano nel sottosuolo, difficili da estirpare o annientare, senza rischiare di danneggiare il terreno e le coltivazioni circostanti. Una casa che hai scelto quando non potevi forse realmente scegliere, diventa sempre più accogliente al suo interno ma ancora, per quanto ti sforzi, non riesci a domarla, a plasmarla, nel suo lato più esposto e selvaggio, paradossalmente il più vulnerabile. Che vorresti amare con tutta te stessa ma che finisci poi per odiare, e la ragione è che ti ricorda, come un impietoso specchio, di cosa siano capaci certi tuoi pensieri quando non vanno nella direzione dello slancio ma della paura di rovinare tutto. 

Cosa ti salva? Un paio di mani calde che sanno toccarti con rassicurante dolcezza, il sentimento che, qualunque cosa accada, la purezza di due profondità gemelle interconnesse non verrà mai meno. Una vicinanza che ricorda quella di Venere e Giove, così distanti a misurare davvero lo spazio e il tempo, così vicini visti da quaggiù, in una tiepida sera di quasi estate
 
YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Madame Lingerie - "La Cartomante"