9.5.15

Pearls

Hai bisogno di solitudine per scrivere, è sempre stato così. La musica, invece, compagna irrinunciabile, ti fa da guida, da traccia, da ermeneutica forza propulsiva per sciogliere quei groppi dell'anima che non riesci proprio a mandar giù. 

Alla vigilia (molto anticipata, a dire il vero!) di un nuovo viaggio, di tenore completamente diverso dal precedente, te ne stai aggrovigliata nelle tue incertezze, consapevole degli innumerevoli progressi, e cosciente, al contempo, dei tanti pericoli ancora in agguato. Primo fra tutti quei confini troppo labili per permetterti di essere fino in fondo te stessa, nel pieno del tuo potenziale, per consentirti un completo muoverti a tuo agio, ed un dialogo che sia davvero - e non soltanto ipocritamente - alla pari.

I segnali contraddittori che continui a ricevere non aiutano. Anzi. Una porta che si apre e poi subito dopo viene richiusa, quando ci si accorge che, còlto l'invito che si presumeva reale, hai già oltrepassato la soglia. Si recita a soggetto, ma qui il soggetto non sei tu. Casomai complemento, non si sa ancora di cosa. E risuonano, dentro, note ascoltate in tempi remoti, quando lontana ancora era la consapevolezza del loro reale significato. 

E' possibile negoziare, se, in fondo, non si è mai stati davvero alla pari? La domanda contiene già in sé la sua risposta. Ed è no, come quel no che a te non è consentito dire, in quel finto dialogo in cui all'altro capo del filo, nonostante venga richiesto il tuo parere, è già stato deciso tutto fin dal principio, ma a tua insaputa. E' una guerra di posizione, di inevitabile logoramento. E in questa guerra io sono una specie di pioniere, una cavia da laboratorio, che forse, si spera, un giorno spianerà la strada per chi verrà dopo. 

Come si può predicare in un verso, e poi agire in quello opposto? Sciocca! Incredibilmente ingenua! Non sai che è così che da sempre gira il mondo? Non ricordi il detto che cantilenava spesso tuo padre: "Ascolta quel che il prete dice, non guardare quel che il prete fa"? Quante cose mi dicesti un tempo! E come ne continuo a toccare con mano, oggi, la profonda, preziosa verità... 

Se una cosa l'ho imparata, è che, per poter arrivare in fondo al cammino che sto tracciando, si dev'essere ben corazzati. Fintamente ingenui e un po' troppo ottimisti (tanto per farsi coraggio!), ma assolutamente solidi, anche quando dentro ci si sente una pappetta molliccia e tendenzialmente informe. Non è così! Il tempo ce ne darà la dimostrazione. Non c'è spazio per gli sbrodolamenti. Qui non si può giocare d'attacco. Solo tattica. Sempre. 

Conosci il tuo nemico. Se ve ne sono i termini, prova a renderlo tuo alleato, altrimenti... passa oltre. Cerca nuovi compagni di sogni. Costruisci con loro. Non perdere tempo dietro a inutili scaramucce motivate da questioni di principio. Cogli le opportunità, ma non lasciare mai che diventino disonorevoli culs de sac, trappole per topi fessi camuffate da occasioni imperdibili. Qui di imperdibile c'è soltanto la tua dignità. Il valore che ti dai. E con quanto sei disposto a scambiarlo (e bada bene, che non sto parlando di soldi!). 

Forza e coraggio, puoi farcela. Un giorno rileggerai queste  mie parole, e sorriderai a colei che te le ha scritte, pensando di incoraggiarti. 

Ti abbraccio! 

YUKI, AKA PRISMA
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Soundtrack: Sacrifice - Elton John