26.9.11

Verginità




Ritrovare una verginità d'intenti, come ritrovare il mare e (quasi) vederlo per la prima volta. Mi accorgo, a volte, di pensarti senza più rancore, ma con un senso di leggerezza. E' la consapevolezza delle origini della mia rabbia a rendermi più forte e, a uno sguardo superficiale, indifferente. Ciò che lo specchio rimanda ha sempre a che fare con l'oggetto che vi si riflette. Si cresce quando si inizia a capire che forse è il caso di lavorare su quest'ultimo, piuttosto che prendersela con lo specchio. Ed è così che disconnetto e riconnetto, inciuciando con me stessa, per liberarmi di fardelli che poco hanno a che vedere con una possibile evoluzione.

Alla soglia dei miei trentun anni mi chiedo se abbia smesso di sognare, e mi rispondo che no, non ho smesso affatto. Ho solo imparato a sognare in modo diverso. Una volta ho detto che i sogni non si dicono, si fanno. Oggi, spesso, li dico, ma il mio inconscio li grida in silenzio ancora più forte e l'universo - quando apparentemente non chiamo - risponde.

A ondate. Prima lente, via via sempre più fragorose. Poi, per giorni, silenzio. Come a voler testare quanto può durare la risacca.

Oggi ho ricevuto un'altra proposta. La possibilità di abbandonare il mio attuale progetto di vita per riaprire una vecchia porta. Ho detto di no, senza indugiare. Ho già conosciuto quel mondo e non mi è piaciuto. Se devo scendere a compromessi, lo faccio tenendo in mano il timone. Altrimenti nisba. Solide basi avrà il mio sogno e soltanto io posso costruirle. E' questa la strada giusta. Sento che sto già sognando forte, l'inconscio lo sta facendo per me. Sono quasi felice, ma si può migliorare!

Cambiando discorso, soltanto oggi mi sono resa conto che, oltre ad avere avuto in comune la nascita, mio padre e il Faber hanno condiviso anche la morte. Entrambi per carcinoma polmonare. Tra una decina di giorni sarà un anno che non c'è più. Un anno in cui ho creduto che mai più sarei stata come prima. In parte è vero. Avevo solo sbagliato il colore. Il nero ha decisamente lasciato il posto a una caleidoscopica tavolozza di possibili me che devo ancora conoscere. Mi sento più leggera adesso ed ho una gran voglia di reiniziare ad amarmi.

Finisco di scrivere, mentre alla televisione stanno cantando Petra Magoni e Peppe Servillo. E' una canzone che non ho mai sentito, ma ha accompagnato il mio flusso di coscienza questa notte. Cerco i Musica Nuda su Youtube, scorro qualche titolo e mi soffermo su quello che più si intona con il mio stato d'animo attuale: Lei Colorerà. Schiaccio play e... sì. E' esattamente il brano che stanno eseguendo in questo momento. Il testo mi rispecchia in pieno. Anche stavolta il mio desiderio di sincronicità può dirsi soddisfatto. Le vecchie "abitudini" sono dure a morire, anche se cerchiamo di non darle a vedere.


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Lei Colorerà - Musica Nuda