24.12.10

Mele Kalikimaka



E così è passato un altro anno. Proprio il giorno della vigilia ti sedevo accanto, tu alla guida dell'auto che ora - burocrazia permettendo - potrò forse tra qualche giorno dire mia. Sulla via del ritorno dall'ultimo saluto alla vecchia zia F. su in paese - che strano giorno il 24 dicembre per partecipare a un funerale - grazie a un barbatrucco tecnologico, una cassette adapter di quelle che oggi si trovano facilmente nei negozietti dei cinesi, ti feci ascoltare la compilation alternativa natalizia che avevo confezionato per la radio. Ricordo ancora il tuo bonario scetticismo misto a una punta di compiacimento per le avventure creativo digitali della tua fillolla: quale prodigio misterioso era mai, una radio fatta in casa via internet? Le tracce si susseguivano come l'asfalto sotto i pneumatici, mentre i pensieri vagavano ondivaghi tra tutti i non detti, i vorrei ma non posso, i devo tener duro e parar colpi a destra e a manca che oggi sembrano solo pallidi ricordi, visto il marasma che si sarebbe scatenato nei mesi a venire. La vecchia autoradio ora non c'è più, ignoti ladruncoli qualche notte fa hanno profanato la tua auto e portato via una cosa di scarso o nullo valore monetario, ma di inestimabile valore per tutti i momenti condivisi in quei pochi metri quadrati che parlano di complicità e contrasti, e cadute e risalite attraverso uragani vecchi e nuovi.

Lo so, lo so... Terrò duro, papà, non temere! Anche se a volte - non scuotere la testa... - mi capita di piangere per strada e finisco per andare a nascondermi come i lupi dal branco. Forse però qualcosa da tua madre l'ho presa, questa caparbietà testarda che mi fa perseverare davanti alle difficoltà. Chissà se ora, dovunque tu sia, piccolo frammento di universo che non sei altro, ti è passata un po' quella tua cocciuta misoginia, se ti sei ricreduto su noi "galline"... Che poi, in fondo, io - quando non rompevo le scatole - facevo eccezione, no?
Che tenera malinconia può scatenare la musica, specie se è quella che ascoltavamo da bambini quando, per creare atmosfera natalizia, ad ogni pranzo o cenone correvo a infilare l'audiocassetta che avevi comprato nel mangianastri dello stereo che ancora troneggia un po' acciaccato nel salone. Io e te condividevamo lo stesso amore istintivo e incosciente per la musica, nessun nozionismo o cultura musicale approfondita, solo la voglia e l'impulso spontaneo di lasciarci trasportare da un refrain da fischiettare o canticchiare e un orecchio innato per le sette note. Com'era divertente accennare una canzone e sentirti iniziare a cantare dietro a me, come un virus sapientemente inoculato attraverso le orecchie!

Domani non ci sarai. Fisicamente intendo. La malinconia inevitabilmente ha iniziato a far capolino da qualche giorno, ed è naturale. Ma ce la metterò tutta per non abbattermi, tu non lo vorresti. Già ti vedo, con quel tuo broncio preoccupato, mentre mi dici: "Su con la vita!". Quanto mi irritavi... Eppure oggi queste tue parole sono per me un prezioso mònito, come quel tuo "Si campa una volta sola!", pronunciato solennemente nel tentativo di giustificare con la consorte qualche sfizio extra, nello specifico quelle straripanti pastarelle domenicali ipercaloriche che col tempo sono diventate un ricordo.

Ti voglio un mare di bene, babbino bello, e cercherò di passare un Buon Natale e di non far arrabbiare la nostra Mutty. Ormai dovresti aver compreso tutto, e saprai che meglio di così non avresti potuto fare. Hai avuto una vita dura accanto a lei e lei accanto a te, in molti momenti. Ma vi siete voluti bene e io questo non lo scordo, puoi starne certo!

Mi raccomando, spàssatela lassù e non pensare troppo a noi, che ce la caviamo.

Un bacio sulle guanciotte,
tua fillolla.

ps. sì, lo so, avevo promesso di non piangere. Tu fa' finta di non avermi visto, ok? :)


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

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Soundtrack: Mele Kalikimaka - Bing Crosby


11.12.10

Il Tempo Del Perdono



...ed è tutto così farraginoso, calcificato, come un vecchio tappo ostinatamente avvitato.
Un magma iridescente freme per ricominciare a fluire, ma il passaggio resta bloccato.


Ricordi, volti, parole, tra il reale e il virtuale, si mescolano tra loro e li osserviamo, nel tentativo di ricavarne un messaggio. Sappiamo che il dovere si sta sostituendo pericolosamente al piacere. Ed è in profondità che è avvenuto lo scambio, un giorno lontano, di tanto tempo fa. Emozioni ignote hanno compiuto il sequestro nottetempo, barattando la necessaria sopravvivenza con le pulsioni dell'io più spontaneo, vivace, incosciente. Per lungo tempo tutto è sembrato procedere al meglio, le redini saldamente in mano, ogni cosa - o quasi - sotto controllo, a contrastare l'ineluttabilità imprevedibile di certi eventi troppo grandi per chiunque. Poi, di colpo, il ramo che ci ha generati si spezza e, anziché spiccare il volo, restiamo inebetiti a fissare il vuoto che ha lasciato schiantandosi al suolo, sulla terra bagnata.

Razionalmente è tutto così chiaro! Ma la guarigione dell'anima non ha niente di razionale... passa per sentieri insondabili dall'intelletto e si snoda attraverso l'intimità di automatismi da invertire, energie da riconvertire, mani che affondano nel fango di se stessi, nello sguardo senza paura che, occhi negli occhi, ci riporta al punto esatto da cui eravamo partiti. Il piacere è diventato dovere ed è qui che nasce l'inghippo... i libri comprati e accumulati senza mai leggerli, centinaia di canzoni ancora da scoprire, le mille possibilità di una mente che vorrebbe scrivere e descrivere mondi e persone e invece resta incartata dietro i talenti altrui, ritenendoli immensamente più validi delle proprie personali antiche velleità. Tutte scuse! Alibi dietro cui nascondersi, per cristallizzare un'immobilità che presto dovrà finire.

Tutto ha il suo Tempo e questo è il tempo della pazienza, del perdono e delle possibilità.

Perdònati per tutto quello che avresti voluto fare e che invece non hai fatto e guarda tutto ciò che invece hai saputo fare, nonostante tutto!

Crisalide congelata, verrà la tua primavera... E tu ne sarai l'artefice.





YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Come Ogni Volta - La Crus

5.12.10

Troppo Bianca





Stella polare, le anime morte,
un grido nella notte.

L'ultimo sospiro del moro...

Amici assoluti,
di terra e di luce.

Sublime anima di donna,
dovevo morire da vedova nera
la mia ombra su di voi!

Via dal mondo.
Il sesso.
La mano di Dio
danza con il diavolo.

La forza di cambiare.
Un piano semplice.

Ascolta la mia voce!

Quando ho aperto gli occhi:
il sogno cattivo,
lo splendore della vita,
cioccolato amaro...
la chimera.


Non lasciarmi,
tutto è vanità.




(piccolo divertissement nato per caso, sull'onda di uno sguardo che fluttua,
perso, in uno spazio-tempo altro)



YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Bianca - Afterhours