26.11.09

W La Meritocrazia!




In questo paese la meritocrazia è spesso una chimera. Per una volta possiamo decidere noi chi mandare avanti. Se amate la musica e la radio e vi piace scoprire nuovi artisti delle sette note...
...fate un salto qua e votate per Bak e la sua Electric Avenue, un nuovo progetto podcast dedicato alla musica elettronica su licenza creative commons.
Potrete ascoltare un'anteprima del suo programma per Radio Podcast e lasciare, oltre al voto, un piccolo commento. Così facendo, gli darete la possibilità di avere un suo spazio nel palinsesto di una web radio importante.

Perché dovreste votare per Bak?

Per la sua capacità di scovare delle vere perle di musica elettronica nel grande mare della musica creative commons e per la grande passione e l’impegno che mette nel confezionare i suoi mai banali podcast.

E soprattutto perché è in gamba e se lo merita!

Mi raccomando, avete tempo fino al 30 novembre.

IN BOCCA AL LOOP!


Soundtrack: Radio #1 - Air

24.11.09

Di Più, Non Posso Fare?




Cosa resta,
dopo la poesia?

essenza specchiata
voragine viziata
intercapedine
verità
eresia

Solo salsedine.
Una città
che non ci appartiene.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Sienteme - Alan Sorrenti

22.11.09

(G)orgoglìo





Stanco di lottare, ecco tutto.
L'orgoglio?
Ecco, prendilo.
Io, lo butto.

non so stare tra la gente
(buon sangue non mente)
stanco di discutere su niente
(batte la lingua contro il dente)

Vincere o partecipare?
Cosa conta, se non sai amare?

solo cerco affetto
piango e non la smetto

(è vero, sono un egoista)
quale stupido apripista!

Ridicolo, sì, me ne rendo conto,
ma non sono io a volermi così tonto.
Il fatto è che mi manca
la tua mano sulla testa stanca.
Ma non posso farci niente,
così va il mondo, e chi ti sente?

Tutto muore in un istante
nella guerra delle parole
nel freddo di un'assenza
che mormora: è distante!
Della solitudine è la prole,
ma non posso farne senza.

Non sai che fartene del mio affetto:
non è questo che mi aspetto!

Speranze mal riposte,
ora trova le risposte!
Ma tu credi che sia forte,
io, che di potere non ho mai fatto scorte.
Niente più mi importa,
solo, cazzo, apri quella porta!

No, non lo farai,
perché sono un fottuto egoista.
Questa consapevolezza
non migliora la mia vista...

Dio, liberami la mente!
Non voglio sentire più niente.

Ma perché,
se non scrivo,
io
non vivo?

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: A Question Of Lust - Depeche Mode

Fragile
Like a baby in your arms
Be gentle with me
I'd never willingly
Do you harm

Apologies
Are all you seem to get from me
But just like a child
You make me smile
When you care for me
And you know

It's a question of lust
It's a question of trust
It's a question of not letting
What we've built up
Crumble to dust
It is all of these things and more
That keep us together

Independence
Is still important for us though (we realise)
It's easy to make
The stupid mistake
Of letting go (do you know what I mean)

My weaknesses
You know each and every one (it frightens me)
But I need to drink
More than you seem to think
Before I'm anyone's
And you know

It's a question of lust
It's a question of trust
It's a question of not letting
What we've built up
Crumble to dust
It is all of these things and more
That keep us together

Kiss me goodbye
When I'm on my own
But you know that I'd
Rather be home

It's a question of lust

21.11.09

Mystery Dictating






Rumore di cranio che si spezza in quattro.
Le crepe trattengono a fatica la massa palpitante.
Rabbia sale dall'esofago, su per il sangue, fino al cervello.
Fitte improvvise.

Sarà sinusite?
O sono impulsi dalle mie cento vite?

Emolumenti notturni.
Emozione esce dai finestrini chiusi di una macchina in corsa
- il buio della notte -
Musica odora di adolescenza non vissuta.

Batti il tempo sul tappetino di gomma, aspetti la rivincita.
La Vita.

Un'ultima mano a poker.
Sei la regina del bluff.
Regola numero uno: mostrarsi più forti di quello che si è.
Se la vita morde, tu mordila di più.
Già, ma che fatica, santo Dio!
L'embolo incombe e tu ne sei l'artefice.

Respira.
Ausculta.

Passione sferza colpi sul rullante.
Notte rapisce i sensi.
Luna osserva senza compassione.

Periferia ti ricorda chi sei e dove hai lavorato.
Lampione illumina i tuoi sensi di colpa.
Asfalto ha ancora la forma del tuo corpo stanco.

Passato adora coglierti di sorpresa.
Amore è al tuo fianco.
Futuro è dentro di te.

(Hai ancora paura che possa scivolarti dalle tasche)

Presente continua a non lasciarsi scartare.
Resta sempre quell'ultimo nastro che non riesci a sciogliere.
Le unghie le hai fatte crescere apposta!

(Peccato che ti ostini a rivolgerle contro di te)


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Entre Dos Tierras - Héroes Del Silencio

Te puedes vender,
cualquier oferta es buena
si quieres poder..
qué fácil es
abrir tanto la boca para opinar,
y si te piensas echar atrás
tienes muchas huellas que borrar.
déjame, que yo no tengo la culpa de verte caer,
si yo no tengo la culpa de verte caer.

pierdes la fe,
cualquier esperanza es vana
y no sé qué creer;
pero olvídame, que nadie te ha llamado
ya estás otra vez.
déjame, que yo no tengo la culpa de verte caer,
si yo no tengo la culpa de verte caer...

entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar
entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar

déjalo ya,
no seas membrillo y permite pasar,
y si no piensas echar atrás
tienes mucho barro que tragar.
déjame, que yo no tengo la culpa de verte caer,
si yo no tengo la culpa de verte caer...

entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar,
entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar

déjame, que yo no tengo la culpa de verte caer,
si yo no tengo la culpa de verte caer...

entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar,
entre dos tierras estás
y no dejas aire que respirar

19.11.09

So Soltanto Di Non Sapere Nulla





Da Fernando Savater, "Le Domande Della Vita":

"So soltanto di non sapere nulla", dice Socrate, e si tratta di un'affermazione che bisogna prendere - a partire da ciò che dissero Platone e Senofonte su colui che la proferì - in maniera ironica. "So soltanto di non sapere nulla" va inteso così: "Non mi soddisfa nessuno dei saperi di cui siete tanto contenti. Se sapere consiste in questo, io non devo sapere nulla perché vedo obiezioni e mancanza di fondamento nelle vostre certezze. Ma almeno so di non sapere, vale a dire ho degli argomenti per non fidarmi di ciò che viene comunemente detto sapere. Forse voi sapete tante cose come sembra e, se è così, dovreste essere capaci di rispondere alle mie domande e di dissipare i miei dubbi. Esaminiamo insieme ciò che suole essere definito sapere e smontiamo quanto i cosiddetti esperti non possono mettere al riparo dalla tempesta delle mie domande. Limitarsi a ripetere ciò che comunemente si pensa di sapere non significa sapere veramente. Sapere di non sapere è preferibile a credere di sapere qualcosa su cui non abbiamo riflettuto a fondo personalmente. Una vita priva di riflessione, vale a dire la vita di chi non pondera le risposte che vengono date alle domande fondamentali, né tenta di rispondervi da solo, non vale la pena di essere vissuta".

È venuto fuori questo passaggio, mentre cercavo, aprendo il libro a caso, un'ispirazione per scrivere qualcosa per una persona preziosa, che ha dimostrato di saper andare oltre, di saper donare affetto e amicizia a prescindere da chi si è e da cosa si fa nella vita di tutti i giorni. Una persona che sa cosa significhi nel concreto il detto l'essenziale è invisibile agli occhi.
Dopo aver saltato i primi due passaggi del libro che mi si sono parati davanti agli occhi, al terzo tentativo ho trovato questa riflessione su un famoso detto di Socrate. Il Caso/Caos non poteva darmi risposta migliore! Sia perché ho sempre sposato in pieno le parole di Socrate, sia perché la persona di cui parlo agisce nel concreto come un filosofo, senza esserne neanche lontanamente consapevole. Non si accontenta mai delle risposte, né delle sue, né di quelle dettate del pensare comune, ma cerca sempre e instancabilmente la sua verità.

Ora ti attende un trapezio dondolante. Dovrai lanciarti e acchiapparlo al volo.
Non avere paura, è già tuo!


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Everybody's Talking - Henry Nilsson

17.11.09

2012





"Non ascoltare quel che il prete dice,
guarda piuttosto quel che il prete fa..."


...e tutto giace, cristallizzato,
in quel bacio che non ti ho mai dato.

Domande premono e fanno tappo,
come possiamo ricucire lo strappo?

No, di sicuro non godo,
se Chiodo
scaccia chi odo.
Colpa dei miei scarabocchi,
ma non è affatto bello
aprire gli occhi
e ritrovarsi martello.

E Poesia continua a chiamare,
allontanandomi dal cuore delle cose,
confondendo le acque, le mie sterili prose.

Così Amore si fece pane,
si spezzò, si diede ai suoi discepoli e disse:
prendete, questa è la mia Anima
offerta in sacrificio per voi.

Dona la pace, a chi non ha pace,
vi darei la mia pace, se conoscessi la pace!

Luna, o pallida luna,
in questa notte metallica
recidi l'ultimo cordone,
lasciami andare...

laisser faire
laisser passer
laisser aller


C'avrei giurato,
d'essere vino
per l'incauto curato.

Taci, amor proprio,
ché ancora non è l'ora
dei mea culpa a spron battuto.

È risaputo,
che ormai
tutto è perduto.


"...e non me ne fotte un emerito cazzo!
Gridatelo al mondo: sì, sono pazzo!".

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: The Sound Of Silence - Emiliana Torrini

Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
'Neath the halo of a street lamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence.

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
And no one dare
Disturb the sound of silence

"Fools" said I, "You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you."
But my words like silent raindrops fell
And echoed
In the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said, "The words of the prophets
are written on the subway walls
And tenement halls."
And whisper'd in the sounds of silence.

15.11.09

Il Mio Nome È John. John Bowlby.




È da un po' di giorni che ci penso, in una delle tante reminiscenze di un passato che torna a bussare to my calotta cranica e in cui stento a riconoscermi. Non tanto perché sono cambiata, quanto perché, alla luce di come vivo la mia vita oggi, non mi sembra quasi vero di aver collezionato esperienze di studio e di lavoro simili. Ebbene, la parola chiave di oggi è Bowlby.

Il mio nome è John. John Bowlby.

Benissimo, illustre Bowlby. Di cosa vuole parlarci oggi? Ah, capisco. Non vuole parlare di un bel niente. Ha già detto tutto e non ha nessuna intenzione di ripetere. Ma quello non era Paganini? Ok, ok, va bene! Ci penso io. Ma che fatica 'ste reminiscenze! E poi di domenica, per giunta! Vabbè, tanto non posso fare altro, mentre i miei vari SuperAntiSpyware, Spyware Terminator, Spy Hunter e chi più ne ha più ne metta scandagliano il mio povero pc fin dentro alle budella.

Ordunque, mi sono più volte chiesta il perché di taluni miei fastidiosi comportamenti nel relazionarmi con los demás, the others, les autres, des anderen, insomma i famosi altri che popolano l'universo tutto. Mi sono chiesta il perché della mia eccessiva dipendenza dal giudizio altrui, la mia - in alcuni casi - ostinata e irrazionale diffidenza, la mia irrazionale tendenza a chiudermi a riccio, il mio continuo e ostinato svalutarmi e sminuirmi, eccetera eccetera eccetera. Troppo facile sarebbe attribuire a cause esterne la ragione di tali difetti o fare della famiglia il più banale degli alibi, dietro cui trincerarsi a mo' di giustificazione. I'm adult and vaccinated, indipercuipòscia me la vedo da me, prendo atto di tutto ciò e cerco di darmi la famosa svéjata.

Epperò - c'è sempre un però in queste cose - il signor Bowlby, psicanalista britannico, distanziandosi dalle teorie freudiane, alla fine degli anni '60 arriva a postulare una teoria che ancora oggi è di primaria importanza nell'individuazione delle cause di molti comportamenti di "noi" adulti: la teoria dell'attaccamento. Insieme a Mary Ainsworth, psicanalista sua collaboratrice, Bowlby spiega quanto sia fondamentale per lo sviluppo della personalità di ogni individuo un adeguato attaccamento alla figura materna o a un suo sostituto. E per attaccamento non si intende una semplice relazione improntata all'ottenere nutrimento da parte del bambino, quanto la sensazione di vicinanza, la certezza di avere una base sicura dalla quale poter partire per esplorare il mondo esterno e dalla quale ricevere calore, affetto e protezione. Le basi di questa teoria provengono da uno studio condotto dallo stesso Bowlby su cuccioli di macaco che, messi di fronte a una madre fantoccio in grezzo metallo dotata di biberon e ad un'altra rivestita di panno morbido, dimostravano di preferire sempre la seconda, nonostante non fornisse loro alcun nutrimento.

A questo proposito mi ha colpito un articolo scritto da Gabriella D'Amore Costa e il suo parallelismo tra le teorie di Bowlby e Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry:

"La volpe dice al Piccolo Principe: “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterò la mia felicità. Quando saranno le quattro, comincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore (…) ci vogliono i riti”. Ecco che il Piccolo Principe si guadagna la fiducia della volpe, andandola a trovare tutti i pomeriggi stabilendo un rito. Sembra che la volpe sappia come si crei un legame di attaccamento sicuro: la madre assicura sempre la sua presenza e il bambino si abitua a questo rito.
E’ proprio il ripetersi di questo modello di interazione che fa sì che il bambino cominci a crearsi delle aspettative. Si aspetta proprio che quella determinata persona appaia in quel determinato spazio e in quel determinato tempo, ed è il continuo verificarsi di tale rito che gli assicura che esiste lui, esiste l’altro, esiste la relazione.
Il legame di attaccamento che si stabilirà fornirà un modello per le relazioni future e per tale motivo le nostre relazioni risentiranno di quella matrice interattiva denso per noi di tanti significati."


Tornando alla Teoria dell'Attaccamento, attraverso un sistema di classificazione chiamato Strange Situation, Mary Ainsworth arrivò a delineare diversi profili di comportamento nei bambini, come riportato in uno scritto di Nicola Schiavone:

"- Stile Sicuro: l’individuo ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della Figura di attaccamento, nel caso si verifichino condizioni avverse o di pericolo. In tal modo si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile è promosso da una figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: sicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di essere amabile, capacità di sopportare distacchi prolungati, nessun timore di abbandono, fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri, Sé positivo e affidabile, Altro positivo e affidabile. L’emozione predominante è la gioia.

- Stile Insicuro Evitante: questo stile è caratterizzato dalla convinzione dell’individuo che, alla richiesta d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della Figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato da questa. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l’amore ed il sostegno degli altri, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo, con la possibilità di arrivare a costruire un falso Sé.
Questo stile è il risultato di una figura che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all’evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto, Sé positivo e affidabile, Altro negativo e inaffidabile. Le emozioni predominanti sono tristezza e dolore.

- Stile Insicuro Ansioso Ambivalente: non vi è nell’individuo la certezza che la figura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta d’aiuto. Per questo motivo l’esplorazione del mondo è incerta, esitante, connotata da ansia ed il bambino è inclina all’angoscia da separazione. Questo stile è promosso da una Figura che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacità di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfiducia nelle proprie capacità e fiducia nelle capacità degli altri, Sé negativo e inaffidabile (a causa della sfiducia verso di lui che attribuisce alla figura di attaccamento), Altro positivo e affidabile. L’emozione predominante è la colpa."

A questi, Main e Salomon aggiunsero un quarto stile:

"- Stile Disorientato/Disorganizzato: sono considerati disorientati/disorganizzati gli infanti che, ad esempio, appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve in risposta al ritorno dei genitori dopo una breve separazione. Altri bambini disorganizzati, invece, manifestano comportamenti conflittuali, come girare in tondo mentre simultaneamente si avvicinano ai genitori. Altri ancora appaiono disorientati, congelati in tutti i movimenti, mentre assumono espressioni simili alla trance. Sono anche da considerarsi casi di attaccamento disorganizzato quelli in cui i bambini si muovono verso la figura di attaccamento con la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo sguardo."

Ancora più interessanti, però, sono a mio avviso i profili che vengono fuori da un'analisi degli stili di comportamento degli adulti, condotta da Mary Main:

"- Stile Sicuro: modello di Sé positivo e dell’Altro positivo. Basso esitamento, bassa ansia. Alta coerenza, alta fiducia in se stesso, approccio positivo con gli altri, alta intimità nelle relazioni. Il modello positivo dell’individuo sicuro lo porta ad avere una grande fiducia in se stesso ed un grande apprezzamento degli altri, dai quali viene considerato come tipo positivo.
Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimità, rispetto, apertura emotiva ed i conflitti con il partner si risolvono in maniera costruttiva.

- Stile Preoccupato: è assimilabile allo stile insicuro ansioso ambivalente (Ainsworth). Modello di Sé negativo e dell’Altro positivo. Il modello negativo che l’individuo preoccupato ha di sé lo porta ad avere una bassa autostima tendente alla dipendenza del giudizio degli altri. Invece, il modello positivo che ha dell’altro lo porta alla continua ricerca di compagni e di attenzione. Necessita continuamente di intimità nelle relazioni tanto che la sua insaziabilità nella richiesta di attenzione tende a far allontanare gli altri. Le sue relazioni sentimentali sono costellate di passione, rabbia, gelosia e ossessività. Tende ad iniziare i conflitti con il partner rimandando, però, la rottura del legame.

- Stile Distanziante: è assimilabile allo stile Evitante (Ainsworth). Modello di Sé positivo, dell’Altro negativo. Il modello positivo dell’individuo distanziante lo porta ad avere alta fiducia in se stesso senza interessarsi del giudizio degli altri anche se pensa di essere considerato arrogante, furbo, critico, serio e riservato. Il modello negativo che ha dell’altro lo porta a dare l’impressione di non apprezzare molto le altre persone apparendo, talvolta, cinico o eccessivamente critico. Svaluta l’importanza delle relazioni e sottolinea l’importanza dell’indipendenza, della libertà e dell’affermazione. Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate dalla mancanza dell’intimità, tendendo a non mostrare affetto nelle relazioni. Preferisce evitare i conflitti e si sente rapidamente intrappolato o annoiato dalla relazione.

- Stile Timoroso-Evitante: è assimilabile allo stile disorientato-disorganizzato (Ainsworth). Modello di Sé negativo, dell’Altro negativo. Il modello negativo che l’individuo timoroso-evitante ha di se stesso lo porta ad avere bassa autostima e molte incertezze verso se stesso e verso gli altri. Il modello negativo che ha dell’altro lo porta ad evitare le richieste d’aiuto, evita i conflitti ed ha difficoltà a fidarsi degli altri. È difficile trovarlo coinvolto in una relazione sentimentale e quando vi si trova assume un ruolo passivo. In tali relazioni è dipendente ed insicuro. Tende ad autocolpevolizzarsi per i problemi di coppia ed ha difficoltà a comunicare apertamente e a mostrare i sentimenti al partner."


Ora, non so quanti di voi si siano riconosciuti in questi profili. Sinceramente non ne trovo uno che mi rispecchi totalmente, piuttosto trovo pezzi di me in più profili, in una specie di mosaico multicolore che vorrei continuare a migliorare. Onestamente credo di avere più di un debito nei confronti di Bowlby, e sto seriamente tentando di ripagarlo. Se è vero che nessun uomo è un'isola, sono convinta che non lo sia e non debba esserlo nemmeno la coppia. L'isolamento, che a volte è pure necessario, per riflettere e pensare, per leccarsi le ferite, non può essere l'unica soluzione. Tendere una mano, evitare di innalzare muri sempre più alti nei confronti di un mondo che sentiamo ostile, a volte può rivelarsi liberatorio, soprattutto per noi stessi. C'è, esiste, e sono convinta di questo, una famiglia umana alla quale non si dovrebbe rinunciare.

Fidarsi della prima persona che si incontra per strada è senz'altro sbagliato, ma lo è anche non fidarsi di nessuno. Senso di Colpa mi ricorda quanto mi sia costato caro questo mio ostinarmi a chiudermi a riccio, soprattutto nei confronti di persone che, senza nemmeno accorgersene, mi hanno dato e continuano a darmi moltissimo. È anche per loro se ho deciso di combattere questo lato di me che detesto. Per i vecchi e i nuovi amici, per quelli che mi conoscono da anni e per quelli che stanno imparando a conoscermi, per chi si sofferma in silenzio e mi lascia uno scampolo del proprio pensiero, delle proprie emozioni...

"Questa volta sembra proprio vero
che qualcosa sta cambiando
come fili di vento leggero
le nostre vite allo sbando..."


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: La Nostra Vita Nuova - Max Gazzè

13.11.09

Won't Fool Myself Again? I Hope So.




Ti capita mai un terrore di lampo, un brivido di insana frenesia di capirti, dentro, per davvero?
Stomachevole sensazione di non saper che pesci prendere, quando si ha ormai la mano bell'e affondata nella vasca dei piraña, le falangi già mangiucchiate dalle scelte irreversibili e in testa ancora la ferma convinzione che si continuerà a sbagliare, ché non si è ancora imparata la lezione?

Si prende una strada, la si segue, ma si tentenna. Si inciampa, si sbaglia ancora. Si volta la testa indietro, SensoDiColpa continua a chiamare. Ma perché, diobòno, gli ho dato il mio numero? Che diavolo avevo in testa quel giorno?

Dice, che c'hai? Te rode? Ma niente. Succede che di nuovo mi vado a impelagare per arrotondare, perché mi giudico improduttiva - grazie al cazzo, con gli standard che mi autoimpongo non può che essere così -, perché fremo e la paura, anziché spronarmi, mi terrorizza. E allora invece della fuga mi fingo morta. Ma i morti che camminano sono una bella storia, e allora pìttati, reinventati freaky monster e prosegui nel disegno che ti sei imposta. Ma cazzo seguilo, almeno! Non deviare così. Non franare giù nel baratro spingendoti da sola. Come puoi essere così idiota?!

La gatta presciolosa fece i gattini ciechi.
E la gatta cieca? I gattini non li fece manco per il cacchio.

Ok. Ho capito. Sì, sì, ho capito, Santi Numi! Il mega iper bastardo infido trojan che il Fa(t)to mi ha inviato è un segno! E pure la tecnologia che continua a boicottarmi, sbrodolando la mole di lavoro in ore di correzione infinita di infinite correzioni già apportate in passato. E vacci a mettere una pezza adesso, se hai il coraggio! Gira gira e rigira, la ruota del tuo stupido labirinto autoavverantesi: avevi appena accettato altri incarichi come scassacazzinerovestita per i weekend a venire... e pouf! Ecco che ti si scatena contro il mondo informatico e ti inchioda ai tuoi doveri ed oltre, peggio che mai. Fanculo a me e fanculo ai soldi maledetti!

Ah, si potesse viver d'amore e d'arte... E chi s'è visto s'è visto...

E ora... carica please! Stavolta ne ho bisogno come non mai.
TESTONA-CHE-NON-SONO-ALTRO-ACCIDENTI-A-ME!!!


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Won't Get Fooled Again - The Who

12.11.09

Qualunquista? Sì, grazie.





Caracollando cerco di sopravvivere a quest'apnea imposta dall'esterno.
Talenti gettati nel cesso, professionalità sottopagate, frustrate, frustate.
Il Dio denaro tuona e lampa, dall'alto dei cieli di cartone.
Clampiamo l'aorta di una giornata storta.
Tutto è vacuo, quel che non è sapore acqueo.
Libri, canzoni, passioni. Amori immensi. Corporei ed incorporei.
Per questo lotterò, fino all'ultimo respiro.
E scriverò, perdio! Scriverò ancora.
Anche se non sono produttiva anche se non macino moneta anche se i sensi di colpa mi scaraventano a terra e mi regalano terrore solitudine cosmica e paura di non essere all'altezza.
Una creatività che si ribella con asprezza, una mano che continua a delirare, con destrezza.


"La linea orizzontale ci spinge verso la Materia,
quella verticale verso lo Spirito..."

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Inneres Auge - Franco Battiato [Lyrics]

11.11.09

S.F.I.N.G.E.





Sorprendente
Fiera
Inoppugnabile
Notte
Geme
Eternità

Spicchi di luna metallica accompagnano il mio sonno immaginario, anche di giorno. Un fremito impercettibile scuote i sensi, sotto i vestiti quotidiani, sotto la maschera sociale che devo indossare. Tra i capelli sento ancora le tue carezze. Nella testa, parole sussurrate che voglio custodire soltanto per me.
Timorosa nebbia, fatti avanti. Rendi i contorni più sfumati, confondimi, stordisci questa miopia congenitamente mia.
Fasci di luce irradiano già la parete della mia anima costruendo arcani, ideogrammi, in un mandala infinito senza significato apparente per la mia stupida mente.

Un duello senza fine, tra te e me. Due facce della stessa medaglia, che il vento si diverte a sospingere lontano.
Allo specchio non c'è frattura. Siamo uno.
Ma non appena il vetro scompare, ecco che la pelle è nuda. Priva di protezione.

Parlami, ti prego. Parlami ancora. Raccontami tutto.
Voglio conoscere ogni cosa.

Cadono fogli, scivolano piano.
Solo il Tempo svelerà l'arcano.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Breathe - Pink Floyd

Breathe, breathe in the air
Don't be afraid to care
Leave but don't leave me
Look around and chose your own ground
For long you live and high you fly
And smiles you'll give and tears you'll cry
And all you touch and all you see
Is all your life will ever be
Run, run rabbit run
Dig that hole, forget the sun,
And when at last the work is done
Don't sit down it's time to start another one
For long you live and high you fly
But only if you ride the tide
And balanced on the biggest wave
You race toward an early grave.

10.11.09

Radio Prisma 14 : Extremes






















Gli estremi si toccano. Ma, soprattutto, ci toccano.

Dentro. Al di la' della carne e del sangue.

Dopo, o si muore, o si rinasce. Sicuramente si cambia.

In famiglia, in amore, nella vita, gli estremi attentano continuamente alla nostra stabilita'. Sta a noi decidere per cosa lottare e chi tenere con noi.

Yuki AKA Dj Prisma TBFKA Museum

Per ascoltare la puntata, visita il blog di RADIO PAZZA!

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8.11.09

When You're Naked





Ripercorrersi all'indietro. Guardarsi da fuori, a distanza. Il trascorrere del Tempo.
Sorprendersi del proprio passato. Delle parole che si è stati in grado di scrivere. Di quelle che si è stati capaci di suscitare negli altri.
Altri che in parte sono usciti dalla propria vita, altri che vi restano, nonostante tutto.
Eppure ti piacevi, com'eri. Certo, non vorresti rivivere le situazioni - non tutte, almeno - che ti hanno portato a regalare la tua anima in quel modo. Eppure non puoi negare di aver sorriso, ieri, nel ritrovare quella vena ironica, quella latente simpatia che un tempo fuoriuscivano dai tuoi scritti, nonostante le difficoltà, la rabbia, la frustrazione e l'amarezza.
E ora? Sei diventata più cupa, più pesante, più criptica. E questo mentre, al contempo, lotti per non affondare negli abissi della tua atavica chiusura. Mentre cerchi di trattenere con la forza della concretezza qualcosa che sentivi sfuggirti dalle mani.

Hai buttato il cuore oltre l'ostacolo e adesso? Cosa hai ottenuto?
Era meglio prima? Cambierà qualcosa? Finirai per censurarti? Per chiudere tutto e ricominciare da capo?

Non saperlo ti fa paura. Ma ormai è fatta. Non c'è più spazio per i rimpianti, né per il pudore.
Il punto è capire perché hai deciso di agire. Perché ora. Perché in questo modo.
Ti aspetti qualcosa? Forse.

In fondo non aveva tutti i torti il saggio che una sera ti disse che se senti di voler regalare qualcosa a qualcuno, non importa cosa, devi farlo e basta. A patto di non aspettarti che ti dica grazie per averlo fatto.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Aquarela - Toquinho

En los mapas del cielo el sol siempre es amarillo
y la lluvia o las nubes no pueden velar tanto brillo.
ni los árboles nunca podrán ocultar el camino
de su luz hacia el bosque profundo de nuestro destino.
Esa hierba tan verde se ve como un manto lejano
que no puede escapar
que se puede alcanzar solo con volar.
Siete mares he surcado
siete mares color azul
yo soy nave voy navegando
y mi vela eres tu
bajo el agua veo peces de colores
van donde quieren no los mandas tu.
Por el cielo va cruzando,
por el cielo color azul,
un avión que vuela alto
diez mil metros de altitud.
desde tierra lo saludan con la mano,
se va alejando
no se donde va,
no se donde va.
Sobre un tramo de vía cruzando un paisaje de en sueño
en un tren que me lleva de nuevo a ser muy pequeño
de una américa a otra tan solo es cuestión de un segundo
basta con desearlo y podrás recorrer todo el mundo.
un muchacho que trepa, que trepa a lo alto de un muro
si se siente seguro verá su futuro con claridad.
Y el futuro es una nave que por el tiempo volará
a saturno, después de marte
nadie sabe donde llegará.
si le ves venir
si te trae amores, no te los roben sin apurar
aprovecha los mejores que después no volverán.
la esperanza jamás se pierde.
los malos tiempos pasarán.
piensa que el futuro es una acuarela y tu vida un lienzo que colorear
que colorear.
En los mapas del cielo el sol siempre es amarillo
(tu lo pintaras)
y la lluvia o las nubes no pueden velar tanto brillo.
(tu lo pintaras)
basta con desearlo y podrá recorrer todo el mundo.
(tu lo pintaras)

7.11.09

A Broken Spell





Non passa, no, non passa mai, quest'impressione di lacrima sospesa, anche quando sorrido.
Sperduta, come foglia in vertiginosa caduta, sempre un passo più lontano dal ramo che mi ha generato.
Accarezzo il vento, prima che lui accarezzi me.
Taccio. E mi faccio scoglio per le tue maree.
Non sarò io la cura, non sarò io a colmare la misura.
Ma potrò sospingerti lieve, verso la sponda, farti da faro, nel mare in tempesta.

Spinta gravitazionale
Ambiguità che scompare
Stolta protezione
Di cui mi voglio liberare

Cristallina come acqua di sorgente
Non è così male stare in mezzo alla gente!

Rifuggo menzogne
Ritrovo molliche

e già vi sento gravitare

l'uno
verso
l'altra

senza che lo possiate fermare

Il cerchio si restringe e si allarga
In un mare di solitudine
Compagni di viaggio
Cominciano a salutarsi
Prima dell'inevitabile addio

Rimuovere l'alone del mistero
Ritornare sulla terra
Rompere l'incantesimo
Che aveva stregato
Senza volerlo

Ridimensionarsi

Salvare e salvarsi

Una frana dirompente
Nella sua sensualità apparente

Ascolta
Ciò che la voce non dice
Ciò che le parole non possono
Ciò che l'azione ha previsto

Come reagisci, non visto?

Un tuffo nel nero petrolio
Occhi chiusi
E un bagliore lontano
Che
Di colpo
Si fa più vicino

Chiamare le cose col proprio nome
Non è forse razionalizzare?
Una caduta con l'ammortizzatore
Un modo per ricominciare

Senza falsità, né aspettative

Non sarò vuote speranze
Solo il ruolo
Che mi sento addosso.

Nelle mie quiete stanze
Io
Salterò il fosso.


...e nell'esatto istante in cui mi trovi,
io
ti perdo.

Incessante il moto, dei pensieri nuovi.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: I Will Fade - Archive

Find answers on the street
In cracks between my feet
But I can't see

Try so hard in vain
To wipe away the stain
Of everyday pain

And you never see me walking towards you
If you did I would surely fade
And you never feel me trying to hold you
If you did I would surely fade away

With the wounded in my way
There's so much more to say
But not today

I wonder if it will turn
Not fall apart and burn
When will I learn

And you never see me walking towards you
If you did I would surely fade

And you never see me trying to hold you
If you did I would surely fade away

6.11.09

Bring Love To All My Sisters





...ed ecco che la Musica mi viene incontro sincronicisticamente ancora una volta, nelle vesti dei Porcupine Tree e del loro nuovo album, con un pezzo che non conoscevo ancora. Non prima del loro live di ieri sera.
Perché a me piace andare vergine ai concerti. Farmi trasportare dalle emozioni del momento. Lasciarmi penetrare da un giro di basso, dai colpi sul rullante, dalla sferzata di una sei corde, dal quasi silenzio che precede una voce che regala pezzi di anima dall'ennesimo palco. L'onda sonora mi entra dalle scarpe, mi scorre nelle gambe poi sale su, fino al ventre. Me lo rimesta a dovere e poi risale verso l'alto, fino al cuore. La testa no, lei si fa leggera, quando non è scossa dalle potenti scariche del batterista.

I Porcupine Tree li ho conosciuti così, qualche anno fa. Non avevo ascoltato che pochi loro brani prima di godermeli dal vivo. Non sono molto metodica nell'ascolto, non seguo cronologicamente il percorso di una band o la successione gerarchica delle tracce all'interno di un album, né ho conoscenze tecniche su come si articoli musicalmente un pezzo, anche se mi piacerebbe. Ma per sapere se un pezzo vale, almeno per me, lascio semplicemente che sia il mio corpo a parlare. Se vibra, è andata. Mi ha conquistata.

Se guardo indietro, a questi ultimi mesi, mi rendo conto di aver cominciato a superare a fatica molti miei lati oscuri, di aver preso finalmente consapevolezza di chi voglio tenere nella mia vita e di chi, invece, voglio lasciar andare. Non è un segreto che soffra molto a causa di una famiglia disunita, disgregata, lontana. E allora, in una serata di fuga adrenalinica come questa, resto inebetita ancora una volta nello scoprire, in un brano mai sentito prima, frasi che sembrano parlare direttamente a me...

If you wanna stay Always here All these years A last frontier

It’s no concern of theirs The world outside Corrupts my child So trust these eyes

Faith is in your soul Within these walls Hormones stall Dogs will crawl


The vices and the doubts We resist All this shit So kneel submit

Free love Free love Bring love to all my sisters

Breathe out Blind house You don’t need to know their secrets Believe me

Pray and violate Abuse your trust False gods must Purge their lust


A family that lies To seal your fate To take the weight Of their self-hate


Breathe Out Blind House Free Love Feel Loved


Lentamente me lo lascio scorrere addosso, sottopelle, nelle vene.
Recito internamente quelle parole come un mantra.
E penso a te.
So che ora hai bisogno di me.
Ma so già che non sarò io a salvarti.

Trovi me, ma lei mi sposta.

Veleggi, instabile, sulla tua barchetta di carta.
Soffierò per te, mi farò vento, se vorrai, e ti sosterrò nella traversata.
Ma solo se sentirò che non ti aspetti niente, che mi accetterai così come sono.
Che sei consapevole di non poter cambiare le cose.
Se l'istinto mi dimostrerà il contrario, farò tutto il possibile per non caderti dal cuore.

Ti voglio bene.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: The Blind House - Porcupine Tree

5.11.09

Soul Brothers, Soul Sisters






Now I'm out here on this road,

alone on this road tonight.
I close my eyes and feel so many friends around me...

L'etere mi parla, ma non come a te. L'etere mi parla, ma io non sono come te.
Io, le voci, le sento davvero. E che bello che sia stato oggi.
Oggi che adesso è ieri e tra poco spunta il sole.

La mia famiglia mi ha tradito, pugnalato, annientato. Migliaia di chilometri cancellati in un secondo, il male, se vuole, ti raggiunge in capo al mondo.
Le colpe delle madri ricadono sulle figlie. Ma io mi chiamo fuori.
Ce l'ho messa tutta, ma ora so chi sei. Ti ho visto nella giusta luce e non ti riconosco più.
Tu hai perso la fiducia in me, ma non mi hai mai ascoltato, conosciuto, capito.
E io? Per amor tuo ti ho perdonato tante indelicatezze, ma ora no.
La tua malattia non può essere un alibi per calpestare i sentimenti altrui. C'è un'altra persona, ben più a terra di te, che non ha mai messo se stessa sopra tutto il resto.
Nel suo letto di sofferenza ha sempre un pensiero per me. E nelle sue vene non scorre nemmeno il mio sangue.

Da oggi basta, voglio avere il coraggio di dire no. Di dirti no, perché mi hai levato la linfa, mi hai lasciato ansimante, in preda alla paura di accuse immeritate.
Solo una cosa mi rimprovero, l'ambiguità. Mi sono vista, guardandomi indietro, ripercorrendo il mio cammino al contrario. Ora so che da allora ho cominciato a proteggermi in un modo strano. Metto le mani avanti, e invece della linea retta, costruisco una girandola infinita, mi complico la vita. In tutti i campi. E mando segnali contrastranti, che vengono puntualmente male interpretati.

Ora basta. Che mi serva da lezione. Il coraggio delle proprie azioni. Le inevitabili selezioni.
Una sensibilità da preservare, senza un mistero da alimentare.
Un amore sincero, per le persone che lo meritano davvero.

Oggi ho perso una famiglia, ne sto costruendo una nuova.
E tu, amore mio, che sei con me da allora, non devi avere paura.
Amore è condivisione, arricchimento, non sostituzione.
Voglio tendere una mano, a chi ha guardato Oltre.
Questa è la mia Famiglia.
Nulla a che vedere con il sangue.

Mi deluderà? Li deluderò?
Forse sì.
O forse no.
Ma ho deciso che voglio amare.
E saper lasciare andare.

Un albero genealogico monco, marcio, paranoide, come lo hai definito tu oggi, non può più essere raddrizzato. Io, da sola, non ne ho più la forza.
Ma sto arando il terrendo, estirpando le vecchie radici piene ormai di metastasi.
Non posso obbligarvi ad amarvi, ad amarmi.
Ma per il mio albero che verrà, la terra dovrà essere sgombra.
Non permetterò a niente e a nessuno di rovinare la nuova vita che mi scorre dentro.
E per questo devo essere forte.
Ritrovare l'energia che ho perso, e che tu oggi hai continuato a succhiare, lasciandomi esanime.

Chiudo gli occhi e sento le vostre mani tra le mie.
Ce la faremo insieme.
Supereremo questa nebbia e la lasceremo cadere.
Non so dove sto andando.
Ma non voglio andarci da sola.
Voi, venite con me.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Blood Brothers - Bruce Springsteen

We played king of the mountain,
out on the end.
The world come chargin' up the hill,
and we were women and men.
Now there's so much that time,
time and memory fades away.
We've got our own roads to ride,
and chances we got to take.
We stood side by side,
each one fightin' for the other.
We swore until we died,
we'd always be,
blood brothers.

Now the hardness of this world,
slowly grinds your dreams away.
Makin' a fool's joke,
out of the promises we made.
And what once seemed black and white,
turns to so many shades of gray.
We lose ourselves in work to do,
work to do and bills to pay.
And it's a ride, ride, ride,
and there ain't much cover.
With no one runnin' by your side,
my blood brother.

On through the houses of the dead,
past those fallen in their tracks.
Always movin' ahead,
and never lookin' back.

Now I'm out here on this road,
alone on this road tonight.
I close my eyes and feel so many friends around me,
in the early evening light.
In the miles we have come,
in the battles won and lost,
are just so many roads travelled,
so many rivers crossed.

Now I ask God for the strength,
and faith in one another.
'cos it's a good night for a ride,
cross this river to the other side,
my blood brother...

4.11.09

Radio Prisma 13 : Universi Paralleli




















L'Universo ci chiama, al suo canto di sirena e' difficile resistere. Soprattutto di notte, quando tutto si tace e lasciamo parlare il nostro io interiore.
La Musica si fa vettore, i Libri si fanno guida, i nostri Amici guardano nella nostra stessa direzione.
E insieme si freme per un Mondo migliore.

Yuki AKA Dj Prisma TBFKA Museum

Per ascoltare la puntata, visita il blog di RADIO PAZZA!





3.11.09

Il Volo Leggero Del Gabbiano





ti regalerò il volo leggero del gabbiano
la sicurezza di un cuore aperto, stretto nella mano

mi sorprende l'amore, quello tra persone vere
dove non contano i giochi di potere

fragili nervi nascosti in una cassa,
in cerca di amici per sbrogliarne la matassa

non permetterò che la mia riservatezza
reprima più una mia carezza

spontanea, la lascerò scivolare
in queste mie parole, affidate al mare

perché chi merita,
lo si deve amare!

Questo è ciò che eredita
chi è stanco di aspettare.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Northern Sky - Nick Drake

I never felt magic crazy as this
I never saw moons knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
Or felt sweet breezes in the top of a tree
But now you're here
Bright in my northern sky.

It's been a long time that I'm waiting
Been a long time that I'm blown
been a long time that I've wandered
Through the people I have known
Oh, if you would and you could
Straighten my new mind's eye.

Would you love me for my money
Would you love me for my head
Would you love me through the winter
Would you love me 'til I'm dead
Oh, if you would and you could
Come blow your horn on high.

I never felt magic crazy as this
I never saw moons knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
Or felt sweet breezes in the top of a tree
But now you're here
Bright in my northern sky.

1.11.09

Ho Picchiato La Testa. Ma Di Brutto!






Stavo per scrivere un post di quelli pesanti, stracciamaroni e piagnucolosi, ma la Musica e certe Persone Speciali me l'hanno impedito. Sai quando ti ritrovi ansimante, in preda a movimenti incontrollati, senza riuscire a chiudere i due rubinetti che hai ai lati del naso? Quando stai letteralmente per picchiare la testa contro il muro? Ecco. Oggi - e non solo oggi - mi ha còlto uno di quei momenti in cui quasi temi di sfiorare l'attacco di panico.

Dovresti lavorare, ma niente. Il cazzeggio diventa una via di fuga, un palliativo, davanti allo zaino troppo pesante che ti sei voluta caricare sulle spalle. Inizi a pensarle tutte. Spararmi un cannone? Nah. Mai fumata mezza canna. Ubriacarmi fino a perdere la brocca? Nah. Non ho voglia di nausea, vomito e mal di testa. Ballare e cantare a squarciagola? La prima, ancora ancora. La seconda: da bocciare categoricamente. Andare a farsi un giro all'aria aperta? Nah. Quando mi prende così, vuol dire che sono in fase letargica. Ergo, nun me mòvo manco si me sparano. Oddio, forse con un bel calcione nel sedere un po' di passi li potrei pure fare, anche solo per mandare a quel paese l'autore dell'insano gesto. Ma no. Troppa grazia. Ma quale grazia? Troppa fatica!

Poi lanci un sassolino. Piccolo. E il mare ti risponde. E si fa culla per il tuo dolore. Delicatamente. Senza nulla pretendere. Come una carezza invisibile che senti sulla tua testa impazzita. E allora i rubinetti si riaprono. Ma di commozione.

Allora, dato che ho picchiato la testa e di brutto, vorrei brindare all'Amicizia. E perciò vorrei dedicare a tutti coloro che me l'hanno dimostrata lo splendido post che la cara Desa ha pubblicato oggi sul suo blog. Racchiude perfettamente ciò che sono e che cerco anche qui, in questo mare virtuale in cui ogni tanto lancio i miei strampalati messaggi in bottiglia:

L'ARDUO SENTIERO DELL'AMICIZIA

Passate a leggerlo. Ne vale veramente la pena.

La canzone che ho scelto per accompagnare questo post concludeva una puntata di Radio Pazza, la numero 4, Incubi Di Sabbia, creata da quei loschi figuri di Bak e Grex, che oggi mi hanno fatto compagnia mentre tentavo maldestramente di lavorare nonostante i brutti pensieri. (A proposito, a quando un revival di voi due insieme? Ci mancateeeee!!!). Mi ha fatto riflettere per l'ennesima volta la riflessione di Bak sul vero senso degli incubi. La trovate al ventisettesimo minuto, tra i Cure e Jimi Hendrix. Dateci un orecchio.

E poi concludo con una frase estrapolata da una canzone che mi è piombata tra capo e collo per caso, dopo aver ascoltato un pezzo dei Calexico sul blog di Mio. Ho cercato Calexico su Archive.org e sono incappata in un programma di una web radio tedesca, FreeQuency. Ebbene, il brano in questione è My Brand New Disguise di Odran Trummel e il testo descrive esattamente il mio stato d'animo in questo momento:

I feel like I'm stuck in the bottom of your backpack, squashed by the burden of the problems you've chosen to carry on your back.

Mi sento come incollato sul fondo del tuo zaino, shiacciato dal peso dei problemi che hai scelto di portarti sulla schiena.

Occhei. Se siete ancora vivi dopo tutto questo giro di link e rimandi a perdita d'occhio, adesso saprete il vero motivo per il quale non riesco a lavorare. AHAHAHA.

P.S. Lo ammetto, sono stata contagiata dalla sindrome del linkismo. Mio, te fischiano le orecchie? :)


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Ho Picchiato La Testa - Ottavo Padiglione

Perle




Di te ancora mi innamoro,
del tuo respiro lento
se rimani sveglio a stento
quando torni stanco dal lavoro.

Accoccolarsi insieme, mai così vicini,
la vita scorre nello sforzo di afferrarla.
L'energia, a chi dobbiamo darla?
Ci hanno colto alla sprovvista, imprevedibili destini...

Cercavi perle,
rimediasti solo sberle.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Shipbuilding - Elvis Costello


Is it worth it
A new winter coat and shoes for the wife
And a bicycle on the boy's birthday
It's just a rumour that was spread around town
By the women and children
Soon we'll be shipbuilding

Well I ask you
The boy said "Dad, they're going to take me to task
But I'll be back by Christmas"
It's just a rumour that was spread around town
Somebody said that someone got filled in
For saying that people get killed in
The result of this shipbuilding

With all the will in the world
Diving for dear life
When we could be diving for pearls

It's just a rumour that was spread around town
A telegram or a picture postcard
Within weeks they'll be re-opening the shipyard
And notifying the next of kin
Once again
It's all we're skilled in
We will be shipbuilding

With all the will in the world
Diving for dear life
When we could be diving for pearls