30.10.09

Will The Icicle Ever Melt?






Consumarti dentro, bruciare dall'interno. Il dolore è una fiamma invisibile, un fiume di parole che riesci solo a scrivere. Foto di facce sorridenti ti parlano del darsi, che a te ancora non riesce. "Solo per pochi". E c'è chi ancora aspetta. Ma perché?

Guardia alta. Questa è la risposta. Non te ne eri mai resa conto, finché lei non ti ha letta dentro, riconoscendo sé dentro di te, come in uno specchio. E allora ricordi quella stanza, i tuoi diciotto anni, un ostello, un gioco semplice, una bottiglia di vino da cui non hai bevuto, un letto a castello.

Ogni giro, una domanda. Ogni domanda, un sorso di vino. Tutti seduti in cerchio, sul pavimento. Tranne te.

"Scendi dal trespolo, siedi in mezzo a noi. Bevi questo vino, condividi la bottiglia!".

Eri così anche allora, incapace di lasciarti andare. E rimanesti così, ad osservare la spensieratezza da lontano, bramandone, non vista, la grazia e la leggerezza.

Una domanda, un'unica potente domanda è tutto quello che sei riuscita a esprimere di te quella notte, e a distanza di anni ancora racchiude tutto intero il senso del tuo scrivere qui oggi, in questo spazio virtuale, gelido caminetto delle emozioni che ti porti dentro.

La ferita dieci anni fa ti aveva già segnato, amplificando la tua forzata distanza, il tuo metterti al riparo da un mondo che insieme ti attrae e ti terrorizza, inchiodandoti a un comportamento che ti fa sentire idiota. Un'aliena, ingiustamente algida e distaccata, mentre un vulcano continua a eruttarti dentro. "Solo per pochi", fra i quali ci siete anche voi, che passate di qui, donandomi un po' del vostro tempo e delle vostre emozioni.

Succede lo stesso anche con gli amici più stretti. Quei silenzi improvvisi, carichi di paura di risultare pesante, eccessiva, in un Dolore tanto grande che temi possa allontanare chi ti è vicino. Quel tacere che non è sfiducia, né distanza, ma terrore che il Male che hai dentro possa saturare la stanza.

Allora chiedi solo un segnale, uno soltanto, che dentro di te possa rimuovere il blocco, per essere te stessa, per abbassare la guardia, lasciar baluginare la fiamma e diradare finalmente la nebbia.

In silenzio preghi che l'Amore di tutti e il tuo Amore per gli altri possa attraversarti tutta intera, come quest'acqua che lasci scendere copiosa, in uno scroscio bollente da cui non riesci a staccarti, fino al punto da rannicchiarti come un bozzolo bianco che attende con fiducia di rinascere alla Vita.

Sai che l'acqua è un bene prezioso, come l'amore, e non vuoi sprecarla. Ma il calore ti scuote dentro fino a farti tremare. Ti riporta indietro, lì, dove è cominciato tutto.

L'Amore Infinito si fa condensa, e il silenzio si fa casa per i tuoi singhiozzi.

Stai piangendo, ma di paura e gratitudine.

Che il mio amore possa raggiungervi, ad ogni latitudine!


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Wish You Were Here - Pink Floyd

4 commenti:

Mio ha detto...

Appena ho sentito le prime note della musica ho aspettato che caricasse completamente la traccia. Non ho voluto leggere. Intanto ho preparato il caffè...

Le tue calde parole mi hanno toccato facendomi perdere nelle nebbie dei miei ricordi di quei stralci di vita strappata che mi hanno plasmato.
La pallida condensa del vapore del caffè mi ha poi riportato alla realtà. Alle tue verità.

No, non centra l'empatia di emozioni c'è qualcosa di diverso in queste tue parole. C'è che hai parlato senza scrivere, c'è che TUTTO quello che hai scritto, la tua autoanalisi e le tue conclusioni sono le mie.

A te che sai come sia difficile guardare un gioco dal di fuori, di come non ci si possa lasciar andare con naturalezza.
A te che conservi domande come gioielli.
A te che il silenzio improvviso ti sussurra voci di dolce tenerezza a placare un vulcano troppo focoso mando un caldo abbraccio. Ma non con mani ad avvolgerti e neppure figurativamente parlando. Ma uno di quelli che si fanno tra compagni con le braccia sulle spalle, lo sguardo nella stessa direzione dall'alto di un letto verso un gioco che ostinatamente non chiamiamo mai con il suo vero nome. Vita!

La musica è finita e tu sei stata qui!

Grazie delle parole ma sopratutto delle emozioni, la mia commozione ti rende piccolo omaggio.

Buona notte Yuki!

Roberto


PS: non provarci più sai? Sono debole di cuore.

Ishtar ha detto...

Quanto di me ho letto in te...quasi due vite parallele a distanza...percorsi differenti con ferite simili...e il nostro altalenare dalla luce al buio...e quella necessità incompresa anche eccessiva...e la nostra voglia di trovare finalmente la pace, lottando anche e sopratutto contro noi stesse le nostre gabbie, limiti, difetti da limare e plasmare...quando siamo brave con gli altri...ma quando si tratta di noi...emh, prego, help, sos, selezionare emergenza...dobbiamo imparare ad amare noi stesse ma anche ad amare punto e basta...ecco mi vedi, ora sono anche io nella stanza...usciamo fuori, c'è un bel venticello, ci vuole invitare, iniziamo con lui a danzare, ci facciamo leggiadramente trasportare, ora vediamo tutto dall'alto, è tutto così diverso, meno complicato da quassù...ora continua tu :)
Buona notte mia cara, un abbraccio tvb sorellina :)

liberoPensieRoberto ha detto...

Mah.
Personalmente ho trovato un unico modo per respirare:
fare.
Sempre, nell'esatto momento in cui ho voglia di fare.
Sono quello che ti tira giù dal letto a castello, e ti convince a giocare.

Ma, hai ragione, le ferite sono dure a sanare, e la paura di farsi male è tanta.
..
....
ecchissenefrega? :D

Prisma ha detto...

@Mio: Grazie a TE! Mi hai regalato parole ed emozioni preziose...

@Ish: ti voglio bene anch'io, sorellina. Grazie per avermi saputo leggere dentro!

@Rò: il tuo discorso non fa una piega. Ma in realtà quello di cui parlo è un comportamento che non è dettato da una scelta razionale, del tipo: "evito questo perché ho paura di farmi male". È un istinto di sopravvivenza che, per carattere, vissuto familiare, dna, ho sviluppato al punto da partecipare alla vita ma sempre con una punta di distacco, con la difficoltà, più o meno accentuata, di lasciarmi andare fino in fondo. Difficoltà che è inversamente proporzionale al grado di confidenza che ho con le persone. È una specie di meccanismo automatico di protezione che scatta da sé. Vivi esperienze meravigliose lo stesso, ma sai che potresti fare di più... E dare di più a chi merita. :)